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Uno Turno serie cancellata

Fiat Uno Turbo, la “bara su ruote” e il mistero della serie scomparsa

La leggenda della Uno Turbo e la sua mitica pericolosità. È stata fatale per un prodotto d’eccellenza della fiction italiana?

Gli uomini, si sa, sono fatti per superarsi. C’è qualcosa in noi che ci spinge a mettere il naso davanti all’altro. A piedi, di corsa, in bicicletta. Da quando esiste l’automobile, e specialmente da quando l’automobile è diventata un fenomeno di massa, quell’istinto irrefrenabile ha finito per creare e rendere sempre più popolare una categoria di vetture particolarissima: l’utilitaria pompata e potenziata.

Uno Turno serie cancellata
Uno Turbo e la serie cancellata – Boomerissimo.it

Una macchinetta esteriormente inoffensiva o quasi, ma capace di bagnare il naso alle grandi sportive dei veri signori. Un’idea che ha fatto la fortuna di Carlo Abarth e che abbiamo raccontato qui. Sfida tecnica, istinto e un po’ di invidia sociale sapientemente shakerati in un cocktail esplosivo, talvolta anche un po’ rischioso, che negli anni ‘80 ha prodotto la generazione delle piccole Turbo. Auto compatte, leggere e potenti, capaci di prestazioni mostruose (almeno per il loro tempo), ad un prezzo accessibile. Tra i costi meno visibili c’è il fatto che a guidarle senza la necessaria perizia si correva il rischio concreto di rimetterci la pelle. Ma la guida sportiva è fatta anche di questo brivido, e macchine come la Uno Turbo lo offrivano in abbondanza. 

Uno Turbo, la polemica sulla sicurezza

È certamente vero che l’elemento più a rischio di una generazione di macchine fatta per correre, e forte, dove forse sarebbe stato meglio non farlo, stava dietro al volante. Guidatori giovani, senza esperienza, spesso senza criterio, erano attratti da una vettura capace di raggiungere i 200 Km/h e di accelerare da 0 a 100 in 8 secondi. 

Uno Turbo Serie Scomparsa
La pubblicità della Uno Turbo – Boomerissimo.it

La prima serie del 1985 (nettamente più simbolica e amata) lo faceva grazie a un motore da 1300cc sovralimentato, capace di sviluppare 105 CV, che sarebbero diventati 115 nella seconda serie del 1989, che aggiungeva numerosi miglioramenti tecnici come il compressore Garrett e l’iniezione Bosch LH Jetronic. Non moltissimi cavalli, secondo i parametri di oggi, ma installati su una macchinetta più o meno quadrata di soli 845 di peso, il che contribuiva all’emozione sportiva, e ahimé anche alla pericolosità. 

Come tutte le trazioni anteriori, la Uno Turbo tendeva a sottosterzare, specialmente quando si aggredivano le curve con veemenza. Una veemenza che la Uno Turbo invitava ad esprimere, e che puniva perdendo improvvisamente aderenza nelle curve, il che rendeva difficilissimo mantenere la traiettoria desiderata. 

Giuliano Gemma eroe spaghetti – Boomerissimo.it

Alzare il piede dall’acceleratore portava a trasferire improvvisamente il carico e con un telaio che non era stato certamente progettato per le corse il fenomeno portava a problemi di stabilità e controllo. L’auto era nota per “tirare una riga dritta sull’asfalto”, il che non è certamente una buona cosa specialmente per un’auto che mancava completamente dei sistemi di sicurezza sia attiva che passiva che oggi vengono considerati indispensabili (e nel dubbio la legge ha reso obbligatori).

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Aggiungiamo al mix i freni, duri e secondo molti inefficaci e il nomignolo infamante di “bara su ruote” rischia di apparire totalmente meritato. Anche se ripetiamolo, l’elemento più pericoloso era spesso il guidatore. E questo può ben dirlo uno come me che si è schiantato senza giustificazioni né concause con la sua 127 da 903 cc, per il gusto di giocare ai testacoda col freno a mano. Purtroppo nessun progettista potrà mai inserire un cervello funzionante nella testa dei futuri piloti, ma forse quelli della UnoTurbo potevano fare qualcosa di meglio per evitare le conseguenze peggiori di questo problema. 

Una “bara” di successo ma quasi introvabile

I problemi di sicurezza e le polemiche non hanno limitato in nessun modo il successo di una macchina che è stata capace di segnare un’epoca e portare un bel po’ di soldi nelle casse di mamma Fiat, anche e soprattutto donando un’anima sportiva a tutta la gamma Uno

Uno Turno serie scomparsa
Uno Turbo, un’auto pericolosa? – Boomerissimo.it

Anche se potevi permetterti e guidavi solo una misera “base”, una parte di te era comunque al volante della fantasmagorica Turbo, che al semaforo dava la polvere anche alle sportive blasonate (o almeno così era bello credere). E questo per i bilanci di Corso Marconi ha significato molto. I tempi degli influencer e dei brand ambassador erano ancora di là da venire. I social non esistevano, eppure la macchina si vendeva e bene lo stesso. Era una macchina speciale per gente normale, il che ha però creato un fenomeno alquanto curioso: non è difficile scoprire i grandi calciatori, attori o celebrità che abbiano posseduto sportive “da ricchi”, come spesso raccontiamo sulle pagine di Boomerissimo. Quasi impossibile è invece trovare vere celebrities che abbiano posseduto una Uno Turbo. Una ricerca minuziosa è riuscita a individuare solo una pantera grigia del rock, ormai piuttosto decaduta: il francese Johnny Hallyday, che a quanto pare ha vissuto una seconda giovinezza al volante della pepata italiana. Per il resto buio quasi completo. La nota parsimonia piemontese deve anche avere giocato un ruolo nel tenere la Uno Turbo al di fuori della girandola del cosiddetto “product placement” nel cinema. Se tutto sappiamo delle auto di James Bond, Mission Impossible, Top Gun e quant’altro, non è grazie alla preferenza degli sceneggiatori o delle star. Ma perché le case automobilistiche hanno versato un bel po’ di soldi (e di macchine) per apparire. 

Spero con ciò di non interrompere un’emozione, e di non avere spoilerato i sogni di nessuno, ma è così. Il cinema è una forma di pubblicità, e a quanto pare la Uno Turbo riteneva di non averne bisogno. Con una piccola interessantissima eccezione. 

“Rally”, la serie sepolta

Correva l’anno 1989, la Uno Turbo originale era appena uscita di produzione per lasciare spazio alla seconda serie migliorata. I remake hanno sempre qualche rischio, e probabilmente sentendo la delicatezza del momento, la dirigenza del marketing Fiat ritenne necessario fare un piccolo sforzo in più per facilitare il lancio. 

Rally, la serie scomparsa – Boomerissimo.it

Nulla di fantasmagorico, niente Pierce Brosnan al volante. C’era però ancora disponibile un inossidabile protagonista di Spaghetti Western, che aveva avuto una certa fortuna una ventina d’anni prima: Giuliano Gemma. Insieme a mamma Rai fu creata una serie in cui l’inossidabile eroe di sparatorie e duelli avrebbe interpretato un pilota di Rally ormai cinquantenne. Le numerose sfide della vita sportiva e personale avrebbero fatto da sfondo alle scene d’azione e alle spettacolari acrobazie della Uno Turbo. In pratica uno spottone in otto puntate che se non altro avrebbe potuto fugare l’immagine negativa della macchina per incoscienti ragazzotti. 

Se l’abbia fatto davvero è difficile dirlo. La serie, all’epoca non “spaccò” e per quanto mi riguarda è passata senza lasciare nessuna traccia nella memoria. Non solo, ma non è mai apparsa sul fiorente mercato delle repliche in dvd e streaming. Si tratta di una serie rarissima e di fatto scomparsa, tranne qualche spezzone rintracciabile su YouTube. La cosa è incomprensibile considerato il casting stellare in cui figuravano, oltre a Giuliano Gemma anche Lorraine De Selle, Robert Hoffmann, Luca Lionello, Yvonne Sciò e altri meno noti (?). 

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Che la temuta pericolosità della Uno Turbo abbia finito per risultare fatale anche a questo prodotto d’eccellenza della fiction italiana? 

Antonio Pintér – Copyright Boomerissimo.it®

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