Si fa un gran parlare di “body positivity”, la versione anatomica del “politically correct”, ma in questo caso qualcosa c’entra.La fortuna di Winkler risiede in un particolare anatomico
Hey, hey ragazzi, il Fonzie che conosciamo avrebbe potuto avere un volto completamente diverso, perché Henry Winkler è stato solo uno dei tanti attori provinati per Happy Days, la sit-com che ha fatto la storia.
Possiamo dire che la fortuna di Winkler risieda in un particolare anatomico.
La sitcom che ha segnato un’epoca
Ma tutta la storia di Happy Days è una casualità. Nel 1971 Michael Eisner della ABC e Tom Miller, capo dello sviluppo della Paramount rimasero bloccati per la neve all’aeroporto di Newark. Sembra che per ingannare il tempo in attesa del ripristino dei voli, i due dirigenti decisero di mettere giù delle idee per uno show.
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La sceneggiatura che ne derivò non ebbe grande successo, in quanto le alte sfere ritenevano che gli anni Cinquanta non avessero grande presa sul pubblico. Ad ogni modo venne girato un episodio pilota, con, tra i protagonisti, Ron Howard. Nel frattempo, il musical Grease esplodeva prima a Chicago, e poi a Broadway.
George Lucas, che stava per girare American Graffiti, vide il pilota e scritturò Howard per il film, il che indusse i vertici della ABC a rivedere la loro decisione circa il futuro di Happy Days. Pare che il produttore esecutivo, Tom Miller abbia ad un certo punto realizzato che “If we do a TV series that takes place in another era, and when it goes into reruns, then it won’t look old.” Lapalissiano…
La scelta
E se su Ron Howard come Richie Cunningham non c’è mai stata storia, un po’ più articolata è stata la scelta dell’interprete di Fonzie.
Molti sono stati gli attori provinati per quel ruolo. Uno di questi, che aveva serie chance di diventare Arthur Fonzarelli era Micky Dolenz.
Detto così il nome potrebbe dire poco, Ma Micky Dolenz è un attore e musicista di enorme successo e lo era già ai tempi dei provini per la sit-com. Figlio d’arte, Dolenz era già noto al pubblico americano come attore-bambino in Circus Boy (Il ragazzo del circo in Italia) ed era anche uno dei componenti del gruppo The Monkees (voce e batteria), quelli di I’m a believer tanto per intenderci, insomma non l’ultimo della pista. Provinato e scartato. Il motivo fa davvero sorridere.
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Era andato tutto bene, non erano le qualità recitatorie che mancavano, anzi. C’era qualcosa che sovrabbondava… i centimetri. Nessun pensiero malizioso please. Semplicemente Micky Dolenz era troppo alto per il resto del cast. Dolenz dalla vetta dei suoi 182 cm sovrastava un po’ troppo Ron Howard (175 cm), Tom Bosley (168 cm), Marion Ross (164 cm) e Erin Moran, (160 cm).
Henry Winkler, invece si accostava alle altezze degli altri in modo più armonico dal basso dei suoi 168 cm. Un elogio alla body positivity con qualche decennio di anticipo.
Antonietta Terraglia
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