Strano destino quello della Volkswagen più Volkswagen della storia. Era brutta ma indistruttibile, quando la pubblicità la chiamava “scassone”. Un giorno decisero di renderla trendy…

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Inventata nella Germania di Hitler per motorizzare il popolo, la Volkswagen (basta la parola, per chi conosce o sa intuire il tedesco) fu uno di quei progetti che riuscirono a essere più forti della guerra che devastò il mondo intero tra 1940 e 1945.

Alle sue origini c’è una idea dalle origini intricate e controverse e un genio dell’auto, Ferdinand Porsche dalle idee luminose ma poco comprese, perlomeno fino al momento in cui non fu un certo Adolf Hitler a vedere la bontà del progetto (o secondo alcuni maligni, a suggerirne la forma definitiva, rubata ai progettisti cecoslovacchi di Tatra, che l’avevano già realizzata). Torneremo sulle origini controverse del Maggiolino. Quello che conta è che questa vettura, spartana e nelle intenzioni indistruttibile, finì per non vedere mai le strade in tempo di pace. La fabbrica e la struttura della macchina che doveva motorizzare il popolo, finirono per motorizzare la Wehrmacht in una varietà di veicoli solidi e ben funzionanti, che avrebbero testato il progetto di Porsche sul terreno più difficile: i campi di battaglia europei e africani.

Il mito dell’affidabilità

La razionalità del progetto, basato su un motore posteriore raffreddato ad aria, la semplicità delle soluzioni, forse anche le lezioni apprese sul campo di battaglia fecero della Volkswagen (che non avrebbe preso il nome di “Maggiolino” se non alla fine degli ‘60) un unicum nella storia. Dopo la guerra, oltre 15 anni dopo i primi prototipi, la vettura rotondeggiante e spartana era ancora giovanissima, e molti si stavano occupando di copiarla, con alterno successo. 

Volkswagen ripartì e poco prima della fine degli anni 40 cominciò la scalata alle vendite che si sarebbe arrestata solo trent’anni dopo. Fu venduta in tutto il mondo, in cifre clamorose in Centro e Sudamerica. Ma fu negli Stati Uniti che questo progetto tanto geniale quanto rozzo (perlomeno in confronto alle luccicanti berline americane) sarebbe diventato anche trendy. Semplice, quindi affidabile, “brutta” quindi sostanziala, diversa e quindi anticonformista e persino ecologista. Che il Maggiolino fosse tutte queste cose resta da vedere. Non era certo parca nei consumi, specialmente considerate le prestazioni poco esaltanti, né così indistruttibile quanto alla pubblicità di Bill Bernbach che abbiamo raccontato in questo articolo piaceva credere e far credere. Ma era certamente una buona e solida macchina, se la curavi bene. Aveva una sua immagine intelligente che piaceva. E piacque persino al serial killer più famoso della storia, che ne ebbe ben tre, come abbiamo visto in questa storia. Alla fine della sua vita la Volkswagen Beetle era una delle vetture più vendute della storia, un mito così intramontabile che un giorno Volkswagen decise di tirarlo fuori dal cassetto per dargli una seconda vita.

Volkswagen “New Beetle”, l’opposto del Maggiolino

Nel 1994 quando l’originario Maggiolino era ormai passato a miglior vita da una ventina d’anni, Volkswagen ebbe un’altra idea anticipatrice: la retro-nostalgia. Per quanto le automobili diventassero sempre più moderne e presumibilmente migliori, nulla cancellava dalla memoria le grandi leggende del passato. Le nuove edizioni di Mini e 500 erano ancora lontane da essere concepite, ma Volkswagen intuì che un nuovo Maggiolino, retrò ma moderno sarebbe potuto essere un successo. Ne nacque una concept car che sarebbe entrata in produzione nel 1997, col nome di New Beetle. 

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Un maggiolino moderno, o meglio una VW Golf ricarrozzata, che era tecnicamente parlando tutto l’opposto del Maggiolino. Ma era un modello che avrebbe lanciato la moda delle vetture retrò, che ancora oggi non accenna a scemare. Il Nuovo Maggiolino fu accolto con un certo scetticismo: qui nella vecchia Europa non diventò mai un modello realmente popolare. Ma l’amore degli Stati Uniti, che lo adottarono con entusiasmo, ne fece una macchina di successo, che ha venduto nella sua storia oltre un milione di pezzi. Tutto bene? Non proprio. Perché se il New Beetle è stato l’opposto del Maggiolino dal punto di vista meccanico, lo è stato anche dal punto di vista dell’affidabilità, almeno in certe annate. 

Il crollo dell’affidabilità e la lotteria delle annate

Nel tempo il “Nuovo Maggiolino si è guadagnato la fama di essere una macchina capricciosa e inaffidabile. Un recente articolo di una rivista specializzata l’ha inserita tra le 10 macchine più inaffidabili della storia. Il giudizio, che sarebbe sufficiente a far rivoltare nella sua meccanica tomba il vecchio indistruttibile Maggiolone, è clamoroso. Ma forse anche un po’ ingeneroso. 

Noi di Boomerissimo, che al mito Volkswagen siamo talmente affezionati da averne scritto più volte, abbiamo voluto indagare frugando nelle statistiche sempre accurate di RepairPal, scoprendo che se si considera l’intera sua carriera, la New Beetle non si è comportata poi così male. I guasti meccanici imprevisti sono stati contati con precisione: 0,4 l’anno, di cui solo il 10% seri. Alla prova dei numeri il Nuovo Maggiolone non ha fatto peggio della media delle sue concorrenti compatte, semmai leggermente meglio. Se non fosse per un non troppo piccolo ma.

L’incubo dell’anno 2004

Nella loro ansia teutonica di eterna perfezione, gli ingegneri Volkswagen non hanno mai smesso di mettere mano alle loro vetture, e l’hanno fatto in modo particolarmente pesante con il Nuovo Maggiolino: un’auto che nel corso della sua carriera ha visto notevoli cambiamenti un po’ in tutte le componenti. Cambiamenti non sempre reclamizzati, che avrebbero dovuto produrre un lento inarrestabile progresso. Ma il progresso, si sa, ha le sue incertezze. Ed è stato così che di miglioramento in miglioramento è arrivato il catastrofico anno 2004, il peggiore della storia del Maggiolino, vecchio o nuovo che sia. 

Le auto prodotte in questo anno terribile hanno una tale lista di problemi e difetti da essere diventate l’incubo dei loro proprietari. 

Sui forum di appassionati ci sono liste delle annate di New Beetle da evitare. Il 2000 e il 2008 per esempio non sono tra le migliori. Ma il 2004 è indiscutibilmente e catastroficamente il peggiore. La lista di difetti e problemi si trova ancora una volta su RepairPal e include

• Alzacristalli elettrici difettosi
• Fari anteriori che si fulminano improvvisamente
• Guasti alla lampada del cofano motore
• Frecce dal lampeggiamento inaffidabile
• Guasti ai sensori del flusso dell’aria
• Surriscaldamento del motore
• Guasti alla retromarcia
• Cambio manuale rumoroso
• Perdite d’olio
• Iniezione difettosa
• Condizionatore puzzolente
• Perdite di liquido di raffreddamento
• Cali improvvisi di potenza
• Problemi vari al tettuccio delle cabriolet

Una lista agghiacciante, da incubo, di cui questo è solo l’inizio. Va avanti per pagine e pagine coprendo ogni possibile aspetto, bullone, guarnizione, della sfortunate e infelice New Beetle del 2004.

La fortuna del Maggiolino negli USA si deve ad un indimenticabile annuncio del già ricordato Bill Bernbach. Si intitolava “Lemon” (difettosa, scartata), scritto sopra un Maggiolino che sembrava perfetto, ma che i tecnici Volkswagen avevano deciso di fermare, nel loro perfezionismo. Un’auto che per tutti sarebbe stata perfetta, per loro era uno scassone.

Lontani erano i tempi in cui pagine e pagine di problemi ricorrenti avrebbero reso il New Beetle 2004 uno scassone vero, forse una delle più difettose auto che abbiano circolato su strada (prima che i suoi problemi guarissero, pare, miracolosamente nel 2005).

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Il Maggiolone è stato tutto e il contrario di tutto. Macchina civile, militare, vecchiotta semplice e snob retrò, motore anteriore o posteriore. Scassone per gioco o scassone per davvero. Se amate il suo mito, e dovesse pungervi la tentazione di comprarne uno, adesso sapete quale anno evitare (o scegliere, se volete la Volkswagen meno affidabile di sempre, che è anche quello un primato, a suo modo).

Antonio Pintér – Copyright Boomerissomo.it®