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Jack Nicholson e Tim Burton Batman

Jack Nicholson, Tim Burton, Batman: uno “scontro tra cavernicoli”

Due personalità opposte si sono scontrate e hanno creato un capolavoro. Quello che è successo lascerà per sempre il segno nella storia del cinema. Lo racconta Tim Burton.

C’è stato un tempo in cui nella scura e angosciante Gotham City, due personaggi leggendari si sono scontrati. Il buono e il cattivo, la luce e il buio. No, non Batman e il Joker. Ma una coppia molto più difficile e spigolosa: Jack Nicholson e Tim Burton. 

Jack Nicholson e Tim Burton Batman
Jack Nicholson e Tim Burton

Due forze opposte su un solo set. Due entità completamente diverse, agli antipodi per cui era quasi impossibile comunicare. 

Eppure, proprio come nel fumetto che stavano rappresentando, quello scontro epocale di personalità e persino di linguaggi, ha finito per produrre un capolavoro, che resterà forse per sempre l’unico Batman capace di trasferire su pellicola la grandezza di un personaggio che ha sempre abitato la nostra fantasia. 

Opposti in tutto

Burton e Nicholson, Nicholson e Burton, difficile immaginare due personaggi più diversi. Da un lato un giovane regista appena trentenne e noto per i suoi racconti tra fantasia e horror. Dall’altro un attore nel pieno della sua maturità, con cui trattare è sempre stato difficile, e che l’età non aveva certo migliorato. 

Jack Nichiolson Tim Burton scontro per Batman
Jack Nicholson e i suoi mille joker – Boomerissimo.it

Un divo dall’umorismo luciferino, che ha dato il suo contributo alla storia dell’horror, piegando, masticando e risputando i suoi ruoli come un chewingum. Una forza che nemmeno Stanley Kubrick è mai riuscito a dominare. Al massimo a direzionare e a sfogare in una direzione non troppo lontana dalle intenzioni originarie. 

Quando scegli di lavorare con Jack Nicholson sai che quello che ne uscirà sarà soprattutto e più di ogni altra cosa un film di Jack Nicholson. Una realtà a cui molti registi devono la loro carriera, ma che un giovanotto ambizioso e immaginoso come Tim Burton non aveva intenzione di accettare. Burton parlava, parlava, parlava al suo Joker. Ma il suo Joker non sembrava volerlo ascoltare

Il loro fu uno scontro di linguaggi, di modi di essere, di incomprensioni vere e simulate. Uno scontro tra il giorno e la notte. Una discesa nel delirio, a tratti, e con un lieto fine niente affatto scontato.

Dialogo con una mente “non lineare”

È stato lo stesso Burton a raccontarci delle sue difficoltà di comunicazione con Nicholson. Lo ha fatto con il suo stile intellettuale piuttosto denso. Ma forse, ci azzardiamo a sussurrare, senza cogliere il vero punto della (non) comunicazione di Nicholson con lui.

Burton ha sostenuto che il linguaggio di Nicholson è “astratto” e “non-lineare”, una descrizione che potrebbe prestare il fianco alla medesima accusa. Per essere un po’ più chiaro, Burton ha voluto entrare nel merito delle loro conversazioni in modo più concreto. Insomma, ci ha fatto un esempio.

“Mi diceva cose su cose e io gli rispondevo  “Sì, ho capito” poi andavo da qualcun altro e gli chiedevo “Ma che c*zzo ha appena detto?”
–Tim Burton

Il giovane rimaneva confuso, a grattarsi la testa, cercando di estrarre il significato recondito delle parole di Nicholson. Un personaggio che, con ogni probabilità (questa è la nostra ipotesi di lavoro) lo stava semplicemente prendendo per il culo.  Eppure Burton ci impazziva. E chissà l’ilarità che si spargeva sul set, mentre il giovanotto si impegnava per decodificare gli oscuri messaggi della star, che probabilmente si divertiva sempre di più.

Burton ha definito le loro conversazione un “dialogo tra cavernicoli” e a un certo punto arrivò alla conclusione di avere bisogno di una specie di interprete, qualcuno in grado di decodificare il linguaggio di Nicholson per lui.

Noi che non conosciamo Nicholson ma conosciamo abbastanza bene gli scherzi idioti che possono essere concepiti da una mente non esattamente “lineare” possiamo solo supporre che gli “esperti del linguaggio di Nicholson”, (probabilmente sodali del maledetto Joker) abbiano condotto Burton sull’orlo di una crisi di nervi, ridendosela alle sue spalle insieme all’amico di lungo corso. Ma sono solo speculazioni, supposizioni, malignità di malpensante.

Il risultato dello scontro

Chi ha visto il film sa che a dispetto della difficoltà di gestione e della barriera linguistica creata con il regista (o forse proprio grazie a quella) la performance di Nicholson nel film è di quello che entrano dirette nella storia del cinema. 

Le migliori battute di Nicholson – Boomerissimo.it

E non solo, Nicholson, protetto dalla sua scorza linguistica e dal suo comportamento anarchico è riuscito a creare un legame estremamente intenso, e produttivo, con quel regista che non riusciva a parlargli. Attraverso la sua curiosa comunicazione non lineare ha dato forza, coraggio, la convinzione di riuscire in un’opera che avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque.

Quasi ognuna delle  frasi pronunciate dal Joker resterà per sempre, e molte sono state scritte da lui oltre che recitate (non molti sanno che Nicholson è anche un ottimo scrittore). Già, perché quando si tratta di parlare con il pubblico, Jack Nicholson riesce a farsi intendere benissimo. 

Due poli opposti, due esperienze diverse, due personalità che avevano tutto per essere incompatibili, sono riuscite a incontrarsi solo in una cosa: la creazione di un capolavoro. E sarebbe bello che tutte le incomprensioni, tutte le comunicazioni “non lineari” che dobbiamo affrontare ogni giorno avessero un risultato così.

Antonio Pintér – Copyright Boomerissimo.it

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