Il calcio non c’entra questa volta, ma lo scontro, il paragone tra i due si è giocato su molti fronti.
Relax, non è un articolo sul calcio e men che mai è il solito pezzo che, a fasi alterne, viene proposto su qualsivoglia rotocalco ad indagare chi dei due fuoriclasse fosse il migliore.
E’ un po’ come dibattere del sesso degli angeli, non se ne viene fuori perché è un paragone impossibile. Ci si sono impegnati fior fiore di giornalisti sportivi con tanto di curriculum verificato, salotti televisivi e titolati opinionisti del nulla, potrei mai accingermi io, che di calcio capisco il giusto, che si risolve nel vedere ventidue ragazzoni rincorrere una palla, or di qua, or di là con alterna fortuna, buttarmi a testa bassa in una simile tenzone? Giammai.
Come diceva il buon Sun Tzu:
Ad ogni modo la sentenza è già stata espressa anni or sono dai tifosi napoletani: “…Maradona e’ meglio ‘e Pele’; ci hanno fatto ‘o mazz’ tant pe ‘ll ave’! Maradona facce sunna’…”
Due personaggi
Due personaggi, due punti di riferimento del calcio moderno, ma persone dal carattere e dall’ agire diverso.
Il campione brasiliano ha sempre mostrato una certa dose di umiltà parlando di sé sia come uomo, sia come calciatore. Che fosse vera questa umiltà o meno non possiamo saperlo, ma è stato il primo calciatore che dopo aver appeso gli scarpini al chiodo è diventato un simbolo. Simbolo gestito molto bene, con tanto di manager in un’epoca in cui la gestione dell’immagine di un campione era fantascienza. Si è amministrato molto bene il signor Edson Arantes do Nascimento, giocando negli Stati Uniti, palleggiando con i presidenti, insomma ha fatto un’ottima impresa di marketing su quello che aveva di più prezioso, sé stesso.
Il campione argentino ha avuto un percorso leggermente diverso. Nati entrambi poveri, ma con uno scarto di vent’anni che ha fatto sì che Maradona vivesse un calcio che era già ricco, con tanti soldi che giravano. L’importante era che Diego fosse in campo, sempre, fa nulla in quali condizioni e grazie a quelle sostanze. La gestione del Maradona brand non è stata altrettanto sapiente. Scandali, figli, fidanzate, carattere per così dire sanguigno, il Pibe de oro parlava di sé in terza persona, un processo di divinizzazione che, partito dai tifosi, aveva fatto suo. Un dio, di quelli tragici, però.
Due modi diversi di vivere il tempo
Due diversi modi di essere che hanno fatto pendant con l’aspetto esteriore dei personaggi. Tanto azzimato ed elegante l’uno, tanto eccessivo ai limiti del trash l’altro. Intendiamoci, nessuno dei due è stato un campione del “less is more” perlomeno quando si parla di orologi.
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Entrambi sono stati possessori fieri di segnatempo di lusso, ma il lusso non è tutto, di certo non è sinonimo di eleganza. Ognuno ha le sue opinioni e il diritto sacrosanto di agghindarsi come meglio crede, ma il mostrare fine a sé stesso, per ostentare la propria ricchezza è uno dei retaggi degli anni Ottanta che tanto abbiamo denigrato e che purtroppo sembra ritornare.
Abbiamo messo a confronto i due campioni con al posto due dei loro orologi. Pelè indossa un Day-Date 18038 in oro giallo con il bracciale President. L’esemplare scelto dal fuoriclasse brasiliano monta un quadrante champagne con lancette dorate e indici neri. La data è posizionata a ore 3, il giorno (in portoghese) a ore 12. Il movimento è automatico, calibro 3055. Il President è un modello molto amato da uomini di stato e, come suggerisce il nome, dai presidenti, degli Stati Uniti in primis. Hanno fatto mostra di sé al polso di Eisenhower, JFK, Ford, Johnson, Reagan e, dall’altra parte dell’oceano, al polso di Churchill, che presidente non è stato, ma una certa importanza nella storia ce l’ha avuta.
Maradona, invece, nella foto, indossa un raro (per fortuna) Patek Philippe Nautilus 4700 in oro giallo. L’orologio ha il quadrante champagne con incastonati diamanti taglio brillante negli indici delle ore, nella lunetta e nelle maglie centrali del bracciale. Oro contro oro, siamo d’accordo, ma se il President ha una storia, il Nautilus così conciato non sembrerebbe di certo l’orologio giusto per il capitano Nemo.
Antonietta Terraglia (® boomerissimo.it)
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