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La Prinz, un'auto spaziale Boomerissimo.it

NSU Prinz e i suoi gloriosi interni: un’auto disegnata per l’era spaziale

È un errore sottovalutare la NSU Prinz. Un’ auto il cui stile, confort e tecnologia hanno sedotto un uomo che di viaggi spaziali se ne intendeva per davvero. Il confronto con le creazioni di Elon Musk è impietoso.

Viviamo tempi di riscoperta della febbre dello spazio. E se quella mostrata dal razzo di Elon Musk, esploso dopo pochi minuti di volo, sembra essere una febbre decisamente troppo alta, forse è il caso di riscoprire un approccio più cool e misurato, e certamente di maggior successo tecnologico, all’epoca dei viaggi interstellari.

La Prinz, un'auto spaziale Boomerissimo.it
La Prinz, un’auto spaziale Boomerissimo.it

Forse è il caso di riscoprire un mezzo che avevamo finora ingiustamente sottovalutato. E derisa con giochetti simili a quelli che in USA sono stati riservati al Maggiolino Volkswagen. Ma che un protagonista dei viaggi spaziali aveva invece capito benissimo.

Back to the basics: la NSU Prinz

In un precedente articolo di Boomerissimo ci siamo divertiti a ricordare una piccola forma di mobbing ai danni di questa peraltro eccellente vettura tedesca. Era l’abitudine di “passarsi” la Prinz verde, ogni volta che se ne adocchiava una. Una giocosa presa in giro fatta ai danni di un’auto che poteva permetterselo, perché la Prinz era una macchina serissima, niente affatto uno scherzo,

Prinz interni
Benvenuti nella splendida NSU Prinz – Boomerissimo.it

Il suo motore semplice ed affidabile, raffreddato ad aria, ne faceva un’auto che poco aveva da temere dalla concorrenza italiana, che pure di utilitarie se ne intendeva. Non a caso, tra gli anni sessanta e settanta la Prinz si affermò come l’auto straniera più venduta in Italia. C’era davvero poco da scherzare col gioiellino NSU.

La vera gemma della Prinz, gli interni

Nella sua categoria, dove abbondavano le lamiere sommariamente verniciate e le plastiche più dozzinali, la Prinz appariva come una gemma purissima. I suoi interni erano un esempio di lusso quasi ostentato.

Strumentazione della NSU Prinz – Boomerissimo.it

Il design filante del cruscotto, i sedili che sprizzavano ricchezza, l’insieme di un minimalismo così ben studiato da emanare raffinatezza progettuale e tecnologica. Gli strumenti, com’era logico su una vettura che nasceva per coniugare forma e funzione colpivano l’occhio con una facilità di lettura quasi imbarazzante: tachimetro, indicatore del carburante con le loro proporzioni auree e la posizione ergonomica per l’occhio, guidavano la vista sulla radio, accessorio da brivido, posta in posizione tecnicamente perfetta per un facile azionamento e per balzare come tigre da un canale all’altro dell’allora altrettanto minimalista offerta radiofonica. 

Interni della versione 1960-62 – Boomerissimo.it

Tutto ciò veniva coronato dal volante piccolo e sportivo,che offriva al guidatore una sensazione ìneguagliabile di controllo e potenza (la potenza era in effetti più che altro una sensazione, ma quella c’era tutta). Posizionato sui sedili morbidi ed elastici, che offrivano il giusto supporto, anche il pilota più alto poteva dominare la strada, modulando le prestazioni della macchina attraverso il vero gioiello che caratterizzava l’interno della Prinz: la leva del cambio. 

Interni Prinz
Interni Prinz – Boomerissimo.it

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Già in sé quella leva cromata chiamava ammirazione e rispetto. Azionarla, poi, era una gioia: la sua azione fluida e precisa era un tale piacere da richiedere guidatori esperti, tali da non indulgere nella tentazione di cambiare continuamente marcia senza ragione, giusto per godere di quella meraviglia.

La scelta di John Glenn, il primo americano in orbita

Se pensate che le lodi siano un po’ eccessive, per quella che in fin dei conti rimaneva un’utilitaria, per quanto intelligente, sarà il caso di pensare meglio. E non lo diciamo noi della redazione motori di Boomerissimo, ma quello che al tempo in cui la NSU Prinz infuriava sulle strade era la massima autorità in fatto di motori, spostamenti, viaggi. E non solo terrestri.

Prinz Interni
John Glenn, il primo astronauta in orbita – Boomerissimo.it

Stiamo parlando di John Glenn, Marine, pilota da caccia e astronauta, protagonista della corsa alle stelle e primo americano mai andato in orbita (non il primo uomo in assoluto, perché fu preceduto da Yuri Gagarin, ma Gagarin non era nella posizione di poter scegliere molto in fatto di automobili, una volta disceso a terra). Al ritorno dal suo giro intorno alla Terra, Glenn si vide offrire in regalo dalla Nasa quello che era il sogno sportivo di tutti gli americani: una Chevrolet Corvette.

Grande fu la sorpresa dei dignitari dell’Ente Spaziale quando Glenn si mostrò decisamente poco entusiasta dell’idea. Non che la Corvette non gli piacesse, ma aveva da qualche tempo messo gli occhi su una macchina che ai suoi occhi di pilota abituato alla razionalità degli spazi e alla tecnologia funzionale, appariva il massimo che l’uomo avesse fino a quel momento creato. la NSU Prinz. 

Lo sfortunato primo volo del razzo di Elon Musk: non ha funzionato bene come una Prinz

Glenn lasciò la chiassosa sportiva al suo posto e scelse di balzare al volante della piccola tedesca: un’auto che gli appariva concepita per l’era spaziale e con caratteristiche in anticipo sui tempi come il Dynastart, un motorino d’avviamento combinato con un alternatore: soluziona geniale mai esplorata prima (né riproposta dopo, per quanto ne sappiamo).

Interni Prinz
Il possente motore della Prinz – Boomerissimo.it

Sedotto dalla tecnologia di punta, coccolato dal comfort degli interni così sapientemente assortiti, l’uomo che aveva viaggiato nello spazio fu completamente conquistato, e non ebbe mai ragione di pentirsi di una scelta tanto razionale quanto apparentemente eccentrica. Anche perché la Prinz tra le altre doti aveva una economia di consumi e di esercizio completamente sconosciuta sia alla Corvette che ai mezzi che Glenn era solito guidare nella stratosfera o nello spazio. 

Un’auto che potrebbe tornare attuale

Viviamo un’epoca di rivoluzioni, di corsi e di ricorsi. Mentre le tecnologie evolvono in modo imprevedibile (e si spera non incontrollabile) l’uomo sembra a volte tornare sui suoi passi e ripartire da qualcosa che nella fretta aveva lasciato a metà, come la corsa nello spazio.

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A Elon Musk la ripartenza non è andata benissimo. Tornare alla guida dell’era spaziale a bordo di una NSU Prinz è certamente una scelta che assicura risultati e comfort migliori.

Lo garantisce John Glenn, uno che di spazio se ne intendeva per davvero.

Antonio Pintér

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