Nonostante la sua breve vita, la serie UFO è diventata un cult, un ricordo indelebile nella mente dei boomer. Ma senza Christiaan Barnard non sarebbe stata possibile.
Nostalgicamente, da queste pagine, abbiamo “riesumato” una delle serie che più hanno influenzato la nostra immaginazione di ragazzi.
E’ strano notare come una sola stagione sia bastata al Comandante Straker e accoliti per diventare un cult. Non si tratta neanche di un caso isolato, un’altra (ed altrettanto “iconica”) serie continua a macinare miliardi in spin-off e merchandising pur essendo andata originariamente in onda per sole tre stagioni. Parliamo di Star Trek. Ma non divaghiamo.
La fantascienza in TV
Con UFO S.H.A.D.O. siamo a cavallo tra anni Sessanta e Settanta, ma il viaggio siderale degli spettatori era cominciato qualche decennio prima, perlomeno negli USA.
La prima serie televisiva ad argomento exterrestre è stata Captain Video and His Video Rangers, trasmessa tra il 1949 e il 1955. Protagonista era Captain Video, un eroe che combatteva alieni cattivoni. La serie, girata in modo artigianale, ebbe un grande successo soprattutto tra i bambini.
Facciamo un salto nel 1959 e di tutt’altro sentore e molto meno infantile troviamo The Twilight Zone, arrivata in Italia con l’inquietante titolo di Ai confini della realtà. Seppur non propriamente sci-fi, nel senso che non è incentrata su battaglie ed incontri più o meno amichevoli con alieni, questa serie narra dell’incontro/scontro di gente ordinaria con tutto ciò che veniva considerato “ignoto”.
In uno degli episodi della seconda stagione, un giovane si trova a sperimentare l’enorme potere che da’ conoscere il futuro. Il giovane in questione è un imberbe ed ancora (forse) tricoticamente dotato William Shatner.
Dopo aver parlato di William Shatner non si può non parlare di Star Trek e dell’Enterprise di cui Shatner è stato protagonista nelle vesti elasticizzate del capitano Kirk. Andata in onda per tre stagioni a partire dal 1964 è diventata un must, un evergreen, dando vita a versioni successive (Deep Space Nine, Picard), film cinematografici, fanbase e merchandising di ogni genere. Ma avremo modo di parlarne diffusamente.
Ma Christiaan Barnard che c’entra?
E arriviamo alle mirabolanti avventure del comandante Straker e della sua parrucca biondo platino (la parrucca è una costante…). Siamo così giunti al 1970 e alla serie UFO, che dipingeva un futuristico 1980 alle prese con l’invasione aliena.
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Quando Gerry Anderson cominciò a pensare al soggetto ed alla sceneggiatura per la nuova serie, era alla ricerca di una motivazione plausibile ed abbastanza orrifica che spingesse gli alieni a voler invadere la nostra Terra e a farlo in segreto. In questo gli venne incontro il progresso della scienza medica.
Nel 1967, il cardiologo sudafricano Christiaan Barnard eseguì con successo (limitato) il primo trapianto cardiaco. Un successo che permise al trapiantato, un droghiere di mezza età con molteplici problemi di salute, di sopravvivere ben diciotto giorni. Ma la porta era stata aperta. Tecnicamente la medicina era pronta già da tempo, era l’etica ancora impreparata, un’etica che sino ad allora aveva considerato il cuore ed il suo battere come espressione di vita. Espiantare un cuore pulsante, per la legislazione di allora, significava uccidere.
La storia colpì talmente Anderson da usarla come causa dell’invasione aliena, sottomettere i terrestri per rubare loro gli organi. Spare parts…
Antonietta Terraglia
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